Pensieri e note in modalità Mindfulness
Non tutte le abitudini sono nocive, anche la felicità è un’abitudine
dice il maestro zen Thich Nhat Hanh.
Abbiamo tutti la capacità di essere felici, innaffiando i semi dell’amore, della solidarietà, della compassione e della comprensione che già stanno dentro di noi. L’abitudine a correre e lottare senza sosta ci tiene separati dalla crescita di gioia e felicità. Forse corriamo verso qualcosa che pensiamo non sia qui, proprio ora, e allora andiamo a cercarlo altrove, proiettati nel futuro. Con potere, fama, ricchezza, saremo finalmente felici e se corriamo ancora più veloci, li otterremo sicuramente.
Correre in realtà è inteso a evitarci di guardare la sofferenza, la rabbia, la solitudine che dimorano in noi e correndo pensiamo di eliminarle. Così facendo, non siamo presenti a noi stessi, non ci prendiamo cura di noi e di quelli che amiamo. Molta energia che finisce per esaurirci e crea tensione nel corpo e nella mente. Forse potremmo sviluppare un’abitudine diversa di calma e crearci più felicità.
Come si fa a cambiare abitudini? Guardando in profondità, sentendo quest’energia nociva che possiamo invece trasformare. Secondo i testi antichi, la nostra coscienza custodisce i semi dell’amore, della compassione, ma anche della paura, dell’odio e dell’ansia, pronti a germogliare. Decidiamo quali vogliamo innaffiare. Dentro di noi dimorano diversi tipi di coscienza, sia una coscienza mentale attiva e percepita, sia una specie di serbatoio di riserva colmo di semi della nostra storia antica, robe buttate lì da noi e poi dimenticate, come facciamo con la cantina di casa.
L’energia cosciente di contatto, di attenzione, di sentimenti e di percezioni ci permette di “sentire” noi stessi e il mondo. Con questa attenzione ci soffermiamo sui diversi oggetti percepiti. E se scegliamo di focalizzarci su qualcosa di benefico e salutare invece che distruttivo e insano, i semi positivi che buttiamo nella riserva di coscienza produrranno emozioni, pensieri e stati d’animo benefici e salutari.
I nostri sentimenti, gli stati d’animo possono evolversi se ci abituiamo a coltivare gratitudine e benevolenza al posto del giudizio continuo e prese di posizione avversive. Abbiamo la possibilità di scegliere con la nostra intenzione cosa alimentare nella relazione con noi stessi e con gli altri. Cosa accogliere e nutrire, cosa lasciare e cosa conoscere meglio.


Insomma le nostre abitudini e l’energia che le accompagna possono essere nutrite in maniera salutare e creativa. Un certo numero di studi sulla neuroplasticità ci conferma quanto siamo in grado di cambiare nelle nostre abitudini mentali, solo volendo. Possiamo sviluppare maggiore consapevolezza e presenza semplicemente dirigendo l’attenzione su un aspetto dei nostri sensi e delle nostre emozioni. Ogni istante di consapevolezza torna alla nostra coscienza con un seme pronto a germogliare. Per esempio, spostando il focus sulla gioia e sulla gratitudine, vedremo scomparire progressivamente il risentimento.
Trasformare le nostre energie con intelligenza e con il desiderio di felicità è possibile, invitando i semi positivi della nostra coscienza a nutrire abitudini positive. Dedicando più attenzione a rilasciare le tensioni in favore di un’attitudine benevola e lasciando che l’energia positiva maturi nella nostra coscienza.
Lo stoccaggio di energia della nostra coscienza antica puo’ essere rinnovato ogni momento. Come quando facciamo pulizia in cantina. Con l’intenzione e l’attenzione verso abitudini più funzionali e salutari. Facciamo un esercizio per verificare come stiamo vivendo. Facciamo una lista delle azioni e reazioni che ci accompagnano lungo una giornata tipica. Mettiamo accanto a ciascuna azione o reazione un N quando questa è nutriente e una S quando è stressante. Poi facciamo la somma delle N e delle S. La somma di una giornata tipica è Nutriente o Stressante? Così possiamo renderci conto di come trascorriamo le nostre giornate, le settimane, i mesi, gli anni. E cosa possiamo fare per cambiare la quota di S a favore di maggiori N.
Focalizziamo la nostra attenzione su quanto è fattibile, un passo alla volta, pensando a interventi realistici e valutando se nel corso del tempo possiamo arrivare a una somma di azioni più nutrienti e soddisfacenti per la nostra vita. Un passo alla volta, un respiro alla volta.
La felicità è solo una nuova abitudine energetica alla fine, possiamo attivare nuove energie più funzionali e farle diventare nuove abitudini. La pratica del sentire e rimanere con l’esperienza che abbiamo nel corpo, del contatto dei sensi quando ricevono nutrimento si avvale della nostra intenzione e attenzione, del rimanere connessi e consapevoli sia nel corpo sia nella mente.
Ci bastano pochi secondi di osservazione per annullare un percorso di azione e reazione negativo e aprirne uno nutriente verso la comprensione e la felicità. Il nostro cervello ha la neuroplasticità necessaria per aprirci alla compassione e alla felicità.
Nelle relazioni con gli altri, spesso ci capita di provare rabbia e risentimento. Ma se osserviamo in profondità sia la nostra emozione, da dove nasce, cosa ci sta dicendo, e sia la sofferenza dell’altro, diremo e faremo cose che possono aiutare la situazione, invece di reagire e aumentare rabbia e sofferenza. Ogni cosa diventa sorgente di felicità e gioia. Con un’attenzione appropriata, fuori dai pensieri automatici e dalle reazioni compulsive. Ci sono occasioni di felicità in ogni momento, più di quante ne possiamo immaginare. E non dobbiamo sforzarci, la pianta sta già crescendo, l’abitudine alla felicità è stata innaffiata, basta un poco di attenzione.
Marcella Manzini www.etiqameditazione.onweb.it
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