l’istituto dei tumori della Romagna ha realizzato una molecola che promette di bloccare le metastasi al seno
uno tra gli ultimi e più importanti progetti dell’Istituto tumori della Romagna (Irst) Irccs concluso dopo un lungo percorso di studio iniziato nel 2012 dai ricercatori del Centro di Osteoncologia, Tumori rari e Testa-collo (Cdo-Tr-Tc), in collaborazione al Centro di ricerca statunitense Methodist Hospital Research Institute di Houston (Texas)
Ha concentrato il suo focus sul riuscire a decifrare il “linguaggio” che intercorre a livello molecolare tra le cellule tumorali e il microambiente che le accoglie
che è considerato sempre più un obiettivo innovativo e prioritario per tentare di comprendere e bloccare i processi di espansione dei tumori.
I ricercatori tramite l’utilizzo di tecniche di ingegneria biomedica, hanno lavorato alla realizzazione in laboratorio, in vitro, di una nuova molecola nanotecnologica provvista di un farmaco antitumorale e di un anticorpo che, intervenendo proprio sul microambiente tumorale, potrebbe permettere di trattare il tumore interrompendone la crescita.
Questa nuova molecola è il risultato della scoperta del ruolo di una specifica proteina nella diffusione del tumore, scoperta avvenuta grazie alla messa a punto di un nuovo modello tridimensionale utile a mimare, in laboratorio, quanto accade nel corpo
il dottor Toni Ibrahim, direttore del CdO-Tr-Tc e direttore ad interim Immunoterapia, Terapia Cellulare Somatica e Centro Risorse Biologiche racconta :
“Siamo fiduciosi che questo nuovo prodotto nanotecnologico possa in futuro portare concreti benefici terapeutici. L’obiettivo che ci poniamo oggi è quello di verificarne la capacità farmacologica e i risultati ottenuti in fase pre-clinica anche nel paziente così da traslarlo, il prima possibile, nei percorsi di cura”
I test di laboratorio hanno dimostrato le potenzialità di questo nuovo anticorpo ma anche che, per compiere una vera e propria attività farmacologica, dovrebbe esser utilizzato ad elevate concentrazioni, con possibili effetti indesiderati per i pazienti.
Per questo motivo, si è proseguito con lo studio provando a utilizzare l’antibiotico a bassa concentrazione così da mettere in atto l’attività di inibizione della proteina e sfruttarlo come veicolo per l’utilizzo di un farmaco anti-neoplastico già impiegato in clinica, quindi sicuro.
In laboratorio questo nano-sistema ha dimostrato di funzionare consentendo anche una diminuzione del dosaggio del farmaco anti-neoplastico.
Si parte da questo ottimo risultato per iniziare un processo atto a confermare la capacità di questo nanosistema di compiere la sua attività farmacologica anche in clinica sui pazienti.

Fonte ed Immagini : irst.emr.it
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