Sono tre le ricercatrici italiane che hanno isolato il coronavirus, primo passo fondamentale per arrivare al vaccino
Come sappiamo da mesi , in tutto il mondo, c’è allarme per il coronavirus, un particolare tipo di virus che ha trovato il suo epicentro a Wuhan in Cina ma che si è diffuso e si sta diffondendo anche in altre regioni della Cina e con casi anche in Europa e nel resto del mondo.
Risulta che dai primi di dicembre 2019 ad oggi, sarebbero quasi 24300 i contagi e oltre 400 i morti causati (o concausati) dal virus 2019-nCoV, e secondo l’Oms, il 99% dei casi accertati è in Cina.
Anche in Italia come nel resto del mondo si sta diffondendo la psicosi, le persone hanno paura e si sono registrati anche nel nostro paese due casi di di persone provenienti da Wuhan affette da questo tipo di virus.
Ebbene, proprio in questi giorni, con grande orgoglio, è stato dato l’annuncio dal ministro della Salute, Roberto Speranza che 3 scienziate italiane Maria Rosaria Capobianchi, Concetta Castilletti e Francesca Colavita dell’INMI (Istituto Nazionale per le Malattie Infettive) “Lazzaro Spallanzani”di Roma hanno isolato il coronavirus.
Il risultato è molto importante, è la prima volta che la sequenza del virus viene isolata in Italia, e l’isolamento permette di sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi già isolati anche in Cina e al di fuori della Cina in Paesi come Francia e Australia per valutare eventuali mutazioni e cambiamenti
Lo stesso ministro della Salute ha poi spiegato in conferenza stampa :
“aver isolato il virus significa avere molte opportunità di poterlo studiare, capire e verificare meglio cosa si può fare per bloccare la diffusione. Sarà messo a disposizione di tutta la comunità internazionale. Ora sarà più facile trattarlo”.


Una vittoria italiana e tutta femminile che ci fa dire, consentitemelo, che siamo un grande paese e le donne ancora una volta hanno dimostrato il loro valore e la loro capacità professionale.
Ma chi sono le tre ricercatrici dello Spellanzani di Roma:
Maria Rosaria Capobianchi, a capo del laboratorio, 67enne di Procida, laureata in scienze biologiche e specializzata in microbiologia. Dal 2000 lavora allo Spallanzani e in questi anni ha dato un contributo fondamentale nella risposta di laboratorio alle emergenze infettivologiche in ambito nazionale.
Concetta Castilletti, detta “mani d’oro” invece, è siciliana, classe 1963 e responsabile della Unità dei virus emergenti.
Infine c’è Francesca Colavita, giovane ricercatrice molisana, purtroppo precaria con un contratto a termine, conosciuta per aver compiuto diverse missioni in Sierra Leone per fronteggiare l’emergenza Ebola.
Naturalmente non solo loro ma anche tutti gli altri membri del team hanno collaborato per arrivare a questo straordinario risultato.
Questo dimostra come anche nella scienza, le donne sanno dare il loro contributo fondamentale.
Un appello fondamentale, proprio alla luce di questo grande risultato scientifico è quello di continuare ad investire nella ricerca, come priorità, dare quindi la possibilità ai nostri ricercatori di lavorare in un paese dove l’impegno, la professionalità, l’intelligenza vengono tutelati e premiati.
Un grazie a tutti i ricercatori per lo straordinario lavoro!
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Fonti e Immagini : Salute.gov.it – Roberto Speranza