Gaza fa parte dei territori palestinesi occupati e da anni conosciamo la “striscia di Gaza” come un luogo di aspri scontri tra gli israeliani ed i palestinesi per la conquista ed il dominio sul territorio,
Gaza conta 2 milioni di abitanti e l’elettricità che Gaza ricava da Israele, dall’Egitto e da una centrale elettrica locale è inferiore alla metà dei 600 megawatt previsti per soddisfare le necessità quotidiane.
Quindi i 2 milioni di abitanti, le scuole, gli ospedali, e le povere infrastrutture che ricevono energia elettrica solo per 3 ore al giorno,
Diventa quindi difficilissimo riuscire a curare le persone malate o a condurre una vita normale.
i più ricchi utilizzano generatori a benzina, ma sono pochi che se li possono permettere e quindi Gaza di notte, è completamente al buio, senza lampioni o elettricità di alcun tipo.
che potrà servire agli ospedali per mantenere la l’elettricità e mantenere le apparecchiature attive durante tutta la giornata e curare meglio gli ammalati.
I tre studenti hanno pensato questo progetto come tesi di laurea, e l’idea è quella di produrre energia pulita e rinnovabile in grado di colmare i deficit energetici che non permettono di portare avanti una vita normale
Le dure condizioni di vita nella striscia di Gaza hanno reso difficile la realizzazione del progetto ma alla fine ce l’hanno fatta e il successo gli ha dato una spinta per continuare nell’impresa.
Alcuni dei materiali di cui gli studenti avevano bisogno non erano disponibili nei mercati locali, quindi hanno dovuto rielaborare parti di vecchie macchine e persino costruire alcuni strumenti da zero
l’impianto raccoglie l’acqua sospinta dalle onde in un serbatoio sospeso sul mare, con un pistone idraulico l’acqua viene portata a 15 metri di altezza.
A differenza dei più diffusi convertitori di energia, questi sistemi non trasformano direttamente il movimento dell’acqua in elettricità,
ma riescono ad immagazzinare l’energia meccanica per convertirla in energia elettrica quando serve
Pur con un prototipo fatto di materiale scadente e riciclati, non avendo la possibilità di comprarne di nuovi, gli studenti sono riusciti nei primi test a fornire energia elettrica a 7 case .
i ragazzi sperano di riuscire ad ingrandire e modificare le apparecchiature per fornire energia necessaria ad illuminare anche ospedali, fabbriche e chiunque ne abbia la necessità.
Fonti: haaretz.com – jpost.com Video: repubblica.it
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